LA LEGGENDA DELLA MORTE
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PrincipeVlad

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MessaggioTitolo: Curiosità in rete   Curiosità in rete Icon_minitimeMar 6 Mag 2008 - 0:56

Ciao a tutti
sperando che sia consentito il riferimento a link esterni
vi segnalo alcuni siti interessanti nei quali trovare, se avete voglia, curiosità e informazioni sulla nostra razza. Twisted Evil

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Lui81
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MessaggioTitolo: Re: Curiosità in rete   Curiosità in rete Icon_minitimeMer 7 Mag 2008 - 13:45

sisi si possono mettere senza problemi i link esterni bastache che non siano di siti pornografici o con materiale che prevede licenze particolari lol!
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MessaggioTitolo: Re: Curiosità in rete   Curiosità in rete Icon_minitimeMer 7 Mag 2008 - 16:06

bravo prnincipeVALD!!! cheers lol!
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francesco83

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MessaggioTitolo: Re: Curiosità in rete   Curiosità in rete Icon_minitimeMer 7 Mag 2008 - 19:20

Cazz...!!! Mai una volta ke si possa mettere i link pornografici
Cool
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MessaggioTitolo: Re: Curiosità in rete   Curiosità in rete Icon_minitimeVen 9 Mag 2008 - 20:35

Tu Jjn pensi sempre a quello vero lol! anche io del resto
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MessaggioTitolo: Re: Curiosità in rete   Curiosità in rete Icon_minitimeDom 1 Giu 2008 - 12:34

leggetevi queto!!!


"DRACULA"


Per molti il conte Dracula non è che un personaggio leggendario, un mito nato dalla fantasia dell’irlandese Bram Stoker, un cinquantenne diviso tra il teatro e la letteratura.
Era il 1897 quando Stoker pubblicò "Dracula", il più famoso romanzo dell’orrore in lingua inglese, un libro destinato a portare nelle case di tutto il mondo l’inquietante figura del vampiro più famoso di tutti i tempi.
Stoker disse di aver maturato l’idea del libro dopo un incubo causato da una troppo abbondante insalata di crostacei. In realtà, studiò a lungo e si documentò sui libri e le mappe del British Museum, alla ricerca di leggende e tradizioni sui vampiri, e quello che trovò fu un personaggio crudele vissuto veramente quattro secoli prima in Romania, il principe Vlad Tepes III Dracula.

Vlad Tepes III Dracula è nato a Sighisoara, in Transilvania, nel 1431, figlio di Vlad Drakul, principe di Valacchia, e di una principessa ungherese. Il soprannome Tepes, impalatore, lo deve alla crudeltà con la quale si sbarazzava dei suoi nemici.
Dal padre invece ereditò il nome Drakul, che indicava l’appartenenza all’Ordine del Drago, un ordine cavalleresco voluto da Sigismondo re d’Ungheria per combattere le eresie. Drakul, però, per molti voleva dire Diavolo, per la fama sinistra che lo accompagnava. In ogni caso, il soprannome Drakul diventò una sorta di cognome per suo figlio, che così diventò Dracula
Vlad III Dracula era crudele fino all’estremo, ma era vittima lui stesso di un’epoca , la prima metà del 1400, che lasciava poco spazio alla pietà.

La Valacchia, la sua terra, confinava infatti con l’Impero Ottomano, in momento storico in cui i Turchi erano in forte espansione ed invasero a più riprese i territori circostanti. Suo padre, che era un "voivoda", un feudatario ambizioso e feroce, oscillava tra l’appoggio al Sacro Romano Impero, quindi ai cristiani, e l’aiuto dato al Sultano turco. Con continui rovesciamenti di fronte, alleanze e tradimenti, faide familiari e colpi di mano, Vlad II Drakul era riuscito a riconquistare ogni volta il trono della Valacchia, non esitando ad usare i suoi stessi figli per i suoi scopi politici.
Giovanissimi, infatti, Vlad III Tepes Dracula e suo fratello erano stati ceduti in ostaggio dal padre al Sultano turco, come prova della sua fedeltà. Fedele, però, suo padre non era mai stato. L’unico punto di onore che mantenne era il giuramento fatto all’Ordine del Drago, che lo porterà ad allearsi nuovamente con l’esercito ungherese in una nuova crociata contro i turchi, incurante della fine dei suoi due figli.
Vlad III Tepes Dracula crebbe quindi tra il lusso prima della corte di suo padre e poi di quella del Sultano turco, ma anche tra violenze inaudite e tradimenti continui. La ferocia dell’esercito ottomano era nota a tutti e lui stesso imparò dai turchi l’arte della tortura e dell’impalamento, che diventerà per lui una vera e propria ossessione. Si racconta che il primo amore della sua vita, una concubina del Sultano, sia stata squartata davanti ai suoi occhi. E’ il 1448 quando Dracula, morto il padre, venne liberato dal Sultano turco. Lasciato il fratello nel harem maschile del Sultano, Dracula iniziò la sua lunga battaglia per la riconquista del trono di Valacchia, tra rovesciamenti di fronte, tradimenti e spargimenti di sangue. Fino a che, nel 1456, uccidendo il suo predecessore, salì sul trono della Valacchia, che dopo la presa di Costantinopoli da parte dei turchi, era diventata l’ultimo baluardo del Sacro Romano Impero contro l’Impero Ottomano.

Ma com’era il vero Dracula, principe di Valacchia? Era un uomo spietato, che fece impalare i suoi nemici in ogni angolo del paese, compreso quello che è ancora conosciuto come il Castello di Dracula.
Si dice che diede sfogo alla sua vendetta contro i nobili che l’avevano tradito. Tutti, ad uno ad uno, furono infilzati in pali come questi che, d’ora in poi, saranno sempre presenti, ovunque Dracula si spostasse. E con loro, il terrore del popolo.
Era di una crudeltà inaudita: organizzava grandiosi banchetti con gli ambasciatori o con chi voleva eliminare e faceva preparare una vera e propria foresta di pali acuminati. Finito il pranzo si godeva lo spettacolo dell’impalamento dei suoi nemici.
Si racconta che dopo il rifiuto di tre emissari turchi di togliersi il copricapo in sua presenza, abbia ordinato ai suoi soldati di inchiodarlo sulle loro teste, prima di rimandarli al Sultano La sua sete di sangue e di vendetta non si placò neanche con il tempo. In una delle sue invasioni della vicina Transilvania profanò la chiesa di un paese e ne impalò la gran parte degli abitanti, in un’altra arrivò ad impalare più di 20.000 persone, spargendo un interminabile fiume di sangue.
E’ per questo, allora che il suo nome è diventato sinonimo di Vampiro? Ma cos’è o chi è un vampiro?

La figura di un essere misterioso e malvagio capace di succhiare il sangue dei vivi è presente in tutte le culture fin dai tempi più remoti. C’è chi ne ha catalogate ben 55 specie, e di queste moltissime sarebbero originarie dei paesi dell’Est Europa, come la Romania, la Bulgaria, l’Ungheria, la Yugoslavia e la Polonia, anche se dei vampiri si è parlato un po’ in tutto il mondo, dall’Africa all’Asia, dall’Europa al continente americano. La leggenda vuole che il primo vampiro sia nato in Mesopotamia: era Lilith, un demone femminile che, secondo alcune tradizioni ebraiche, fu affiancato ad Adamo nell’Eden prima della creazione di Eva. Al British Museum è conservata una tavoletta babilonese con una formula magica per proteggersi la notte dai demoni succhiatori di sangue. In Cina, per esempio, il vampiro si chiamava Ch’ing Shih ed aveva lunghi capelli verdi, occhi rossi lunghe zanne ed artigli. Uccideva con il suo alito per poi straziare i corpi delle sue vittime, ma solo nelle notte senza luna. Per ucciderlo era necessario trafiggergli il cuore con una lama di ferro. In Sud America la leggenda parla invece di una misteriosa creatura che succhierebbe il sangue di animali: il Chupacabras. Dal 1995 pare abbia provocato una moria di bestiame a Puerto Rico ed in Guatemala, dove un uomo sarebbe morto con due fori sospetti all’altezza della giugulare e la mancanza di sangue e liquidi all’interno del corpo. Dopo lunghe indagini, l’FBI pare abbia trovato solo impronte di piedi palmati con sole tre dita. Dei vampiri si sono occupati anche i Padri della Chiesa: Sant’Agostino, per esempio, scrisse un trattato dal titolo ‘De cura pro mortuis’ proprio con lo scopo di proteggere gli uomini dal loro attacco malvagio. Ma chi sarebbero i vampiri?

Secondo le diverse leggende, uomini, spettri o animali che siano, tutti, in ogni caso, sopraviverebbero alla morte succhiando il sangue degli uomini. Avrebbero poi poteri diversi, potrebbero, per esempio, provocare pestilenze, uccidere chi li nomina, rendere sterili, sostituire i cuori, ecc.
E’ incerta anche la loro avversione per la luce del sole: i vampiri polacchi e russi, contrariamente agli altri, per esempio, si risveglierebbero a mezzogiorno per poi tornare nella bara a mezzanotte.

Secondo la tradizione più diffusa, diventerebbe vampiro chi ha fatto un patto con il diavolo, ha praticato la stregoneria, è morto suicida o di morte violenta, chi è nato sotto particolari influssi oppure chi è stato morso da un altro vampiro.

Per tenere lontani i vampiri sarebbero poi necessari oggetti sacri, come un crocefisso o dell’acqua benedetta, oppure una rosa, un ramo di biancospino, l’aglio o uno specchio, che comunque non rifletterebbe la sua immagine. Per ucciderli, ci sarebbero solo due strade: la decapitazione o un paletto di legno, preferibilmente di frassino, infilato nel cuore. Ma perché una figura tanto negativa è sopravvissuta attraverso i secoli e culture tanto diverse? Perché ci colpisce ancora così tanto?
Forse perché è intrappolato in uno stato di non-morte, condannato all’eternità quindi, paradossalmente, padrone di quell’immortalità a cui l’uomo aspira?

Il suo nutrimento, il sangue dei vivi, non è certo casuale. Il sangue è un principio vitale. Nella tradizione esoterica con il sangue si trasferirebbero le informazioni genetiche dell’individuo che, nel caso di una trasfusione, entrerebbero nell’organismo del ricevente. Per questo, per esempio, per diventare vampiri, secondo la leggenda più rigorosa, non basterebbe un morso sul collo, ma si dovrebbe bere un po’ del sangue di un altro vampiro, secondo un vero e proprio rito di iniziazione.
Non solo. La vittima dovrebbe volere, anche inconsciamente, questo cambiamento, secondo la il principio inviolabile del libero arbitrio, e per questo la figura del vampiro sarebbe, a modo suo, seducente, e il contatto con lui avrebbe qualcosa di erotico…

C’è un’altra componente che ha alimentato il mito di Dracula in tutti questi secoli: la paura del ritorno dalla morte. D’altronde, era facile ipotizzare che dopo una morte violenta, ci fossero dei buoni motivi per tornare a vendicarsi. Inoltre, chi non avrebbe paura della ritorno di personaggi come la contessa ungherese Elizabeth Bathory, di una delle famiglie più potenti della Transilvania, appartenente, come Vlad III Dracula all’Ordine del Drago, che, a cavallo del 1600 uccise centinaia di ragazze per bagnarsi nel loro sangue alla ricerca dell’eterna giovinezza?
Nel 1732 a Parigi la paura dei vampiri tornò prepotentemente alla ribalta. I soldati riaprirono tutte le tombe del cimitero, tagliarono tutte le teste e le ri-seppellirono lontane dai loro corpi.
Pochi anni dopo, nel 1740, divenne Papa Benedetto XIV che scrisse addirittura un trattato per negare l’esistenza dei vampiri, negando quindi la loro associazione con il diavolo, così come avevano creduto i suoi predecessori.
Nel 1849 in Francia si processò Francois Bertrand, un sergente, accusato di aprire le tombe per succhiare il sangue dei cadaveri morti da poco.
Nel 1915 Fritz Haarman, detto "il vampiro di Hannover" venne condannato a morte.
La stessa sorte toccò nel 1931 a Peter Kuertner, "il vampiro di Dusseldorf" e nel 1949 a John Haigh, chiamato "Il vampiro di Londra".
Il criminologo italiano Cesare Lombroso racconta di due vampiri italiani del XIX secolo, Agnolotti e Verzeni, che dopo aver strangolato le loro vittime, ne succhiavano il sangue ancora caldo.

Tutti comunque conoscono il vampiro con il nome dato da Stoker: Dracula.
Ma cosa ne è stato del vero Dracula, quel Vald III Tepes, che avrebbe sulla coscienza almeno 40.000 vittime impalate? E’ diventato un eroe nazionale rumeno perché riuscì a liberare questa terra dai turchi, a costo anche della sua vita. Si è detto che la sua testa, da sola, fu esposta alla folla ad Istanbul. Si ritiene invece che il suo corpo decapitato sia stato sepolto qui, in questo monastero sull’isola del lago Snagov.
Un secolo fa è stato trovato in una tomba uno scheletro vestito di velluto rosso con bottoni d’argento ed altri emblemi tipici di sepolture di nobili. Tutti elementi, però, che non hanno permesso una identificazione certa, anche se c’è chi sostiene che tra gli oggetti portati al Museo di Bucarest e poi spariti, ci fosse un anello con inciso il simbolo del Drago. C’è chi dice, invece, che nel 1931, 500 anni dopo la sua nascita, quando questa tomba è stata riaperta, al posto del cadavere decapitato di Vlad III sia stato trovato lo scheletro di un cavallo.

In ogni caso, l’incertezza sulla fine del suo corpo non ha fatto altro che alimentare la leggenda di un vampiro, di un non-morto costretto in eterno tra la vita e la morte.
La paura o il fascino dei vampiri, comunque, non accenna a diminuire neanche ai giorni nostri. E se c’è chi ha visto nelle caratteristiche fisiche e comportamentali dei vampiri i sintomi di malattie come la Porfiria e la catalessi, negli Stati Uniti è nato un vero e proprio centro di ricerca sui vampiri, che avrebbe trovato ben 40 casi di vampirismo in Canada, 550 negli USA e 310 nel resto del mondo.
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